La Madonna del Pettoruto è un Santuario che sorge in una conca della valle dell’Esaro, sul versante tirrenico del Pollino.
Questo luogo di pellegrinaggio è meta ogni anno a settembre di pellegrini che arrivano a piedi.
Le origini del santuario sono lontane nel tempo, pare che la prima nicchia fu eretta nel 1274.
L’appellativo petruto, cioè petroso, si riferisce a tuttala zona montuosa che circonda il santuario.
Una leggenda sulla sua origine narra che un tale di nome Nicola Mairo, originario della vicina Altomonte, accusato ingiustamente di omicidio e rifugiatosi sul monte dove sorge oggi il santuario per sfuggire alla cattura, avrebbe avuto una visione mistica.
Qui avrebbe scolpito, durante la sua latitanza, l’immagine della Madonna col Bambino su una roccia tufacea; nel 1449 il Mairo fu scagionato da ogni accusa.
La tradizione narra che nei primi anni del 1600 un pastorello sordo muto sentì chiamarsi per nome e vide la Madonna col Bambino in braccio che lo esortò a fondare la chiesa.
Rilevante è inoltre il legame con la Madonna del Pettoruto che hanno i devoti sparsi per il mondo.
A San Isidro, in Argentina, esiste una comunità in onore alla Madonna del Pettoruto.
Famiglie emigrate da San Sosti e stabilitesi in Argentina hanno continuato a praticarne il culto riproducendo le stesse ricorrenze.
Altre comunità che si trovano in Canada e Stati Uniti, hanno portato con sé la fede verso la Madonna e le tradizioni sansostesi.
Ho scoperto anche che la città di Bra, nel cuneese, è gemellata con il comune di San Sosti. Questo perchè molti giovani san sostesi migrarono in piemonte alla ricerca di lavoro ed a Bra c’è una vasta comunità di origine di San Sosti.
Vieni anche tu a visitare il Santuario della Madonna del Pettoruto, sarà una occasione unica.
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La bellezza del medioevo in Calabria è a San Giovanni in Fiore.
Siamo al centro della Sila Grande, a metà trada tra Cosenza e Crotone.
Coro abbazia florense
La storia di San Giovanni in Fiore ed il suo nome, sono strettamente legati alla figura del celebre abate Gioacchino da Fiore.
Nacque a Celico, e intorno al 1189 iniziò la costruzione di un cenobio e del nuovo ordine florense.
Una volta terminati i lavori del cenobio, la grande chiesa prese il nome di Abbazia Florense.
Attorno all’Abbazia Florense andò pian piano a prendere forma l’antico borgo medievale di San Giovanni in Fiore.
Ancora oggi le sue viuzze, e le piccole case tutte attorno all’abbazia offrono un paesaggio unico nel suo genere.
La splendida Abbazia rappresenta il monumento simbolo del paese di San Giovanni in Fiore ed è meta di numerose visite guidate.
In prossimità dell’Abbazia vicino all’arco medievale a sesto ogivale, vi sono alcuni resti nei muri che rappresentano quello che resta di diversi archi, fatti erigere nel borgo.
Tali archi costituivano le porte della città, oltrepassando i quali si era immuni da ogni pena inflitta dalla Corte Giudiziaria Normanna.
Il centro storico di San Giovanni presenta numerose testimonianze dell’arte della lavorazione della pietra.
Le realizzazioni architettoniche testimoniano una vera e propria scuola di scalpellini sangiovannesi, attiva sin dall’età medievale.
Apprezzabili anche i lavori in ferro battuto delle ringhiere ai balconi, delle inferriate sui portoni d’ingresso, lungo le scale esterne ed interne alle case.
L’Abbazia, oltre ad essere è uno dei più grandi edifici religiosi della Calabria, è l’emblema di una tradizione culturale e spirituale il cui nome è legato alla figura dell’abate Gioacchino da Fiore.
Gioacchino da Fiore grande profeta rivoluzionario e uomo di profonda fede, nacque a Celico in provincia di Cosenza tra 1130 e il 1135, in una ricca famiglia borghese.
Gioacchino scelse questo luogo per costruire la sua Abbazia poiché lo considerava un territorio tranquillo e in grado di trasmettere spiritualità.
In questi anni il monaco maturò l’ordine florense che venne poi riconosciuto e approvato dal papa Celestino III nel 1196.
La chiesa, edificata in stile romanico, trasmette semplicità e potenza.
Dal portale gotico si accede alla navata unica allungata in pietra nuda e priva di decorazioni, culminante con l’abside quadrangolare la cui parete di fondo presenta un tema di trafori in sette aperture.
La bellezza del medioevo in calabria è anche nell’altare in stile barocco e presenta una statua lignea di San Giovanni Battista.
Alla destra dell’altare, una scalinata porta alla cripta con l’urna delle spoglie di Gioacchino da Fiore, mentre alla sinistra, su un altare, una teca custodisce il corpo ricostruito dell’Abate.
In una piccola laterale sono esposte litografie del meraviglioso Liber Figurarum, raccolta di teologia figurale simboleggiante il profetico pensiero di Gioacchino da Fiore.
In origine il complesso monastico, oltre all’Abbazia, comprendeva una serie di edifici come officine, cucine, falegnameria, ricovero degli attrezzi e altri edifici.
Nelle sale dell’abbazia è ospitato il Centro Internazionale di Studi Gioachimiti, aperto nel 1982 che si propone di produrre ricerche e pubblicazioni sulla figura dell’abate Gioacchino, e dei suoi studi.
Il Centro vuole sviluppare l’interesse per gli studi e le ricerche dell’abate calabrese, divenuto insieme a Dante Alighieri e San Francesco d’Assisi, l’autore più studiato della cultura nazionale italiana.
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Il Museo Bilotti a Cosenza rappresenta un unicum nel panorama artistico cosentino.
Per gli estimatori d’arte contemporanea la passeggiata nella parte moderna della città, lungo l’isola pedonale di Corso Mazzini diventa una tappa obbligatoria.
Le sculture collocate sul corso principale della città si armonizzano in un avvincente percorso di scoperta. Il percorso d’arte, con sculture dei maggiori artisti del 900 posizionate a poche decine di metri l’una dall’altra prende il nome dalla famiglia che ha donato le opere.
Una vera galleria d’arte a cielo aperto, realizzata nella principale arteria commerciale della città, Corso Mazzini e sue diramazioni, area destinata al passeggio dei cosentini.
Il percorso del Museo all’Aperto Carlo Bilotti consente di fruire l’arte in modo innovativo, armonicamente integrato nel tessuto urbano, tra lo shopping e un aperitvo in compagnia.
Le opere d’arte contemporanea di artisti di fama nazionale e internazionale, 16 in totale, sono frutto della donazione al Comune di Cosenza della famiglia Bilotti.
Testa di Cariatide (Amedeo Modigliani)
Fa parte della serie delle Cariatidi che rappresentano la sintesi della cultura, di influenze e contaminazioni di movimenti artistici europei ed africani a Parigi.
San Giorgio e il Drago (Salvator Dalì)
Nell’opera Dalì ritrae San Giorgio, ovvero il simbolo critico-paranoico, nell’atto di uccidere il drago della ragione.
Grande Bagnante (Emilio Greco)
L’opera fa pendant con la Bagnante del 1959, donata nel 2004, sempre da Bilotti, alla Galleria Nazionale di Cosenza – Palazzo Arnone. La torsione della figura forma una linea sinuosamente astratta, le cui superfici paiono espandersi in onde progressive di vibrante vitalità.
Cardinale in piedi (Giacomo Manzù)
Si tratta di un’immagine ieratica, dalla schematica struttura piramidale, rappresentata assorta in meditazione. Figura solenne e maestosa che invade lo spazio e tende alla semplificazione mediante il verticalismo, in cui è evidente il consistente apparato volumetrico creato dalla doppia massa conica del corpo, avvolto dal piviale, e dal solido formato dalla testa e dalla mitra.
Testa di Medusa (Giacomo Manzù)
Si tratta di un’unica tiratura per il MAB di Cosenza, la cui fusione in bronzo è stata realizzata dal marmo originale del 1946. Volto affascinante, estremamente espressivo e ammaliante di una Medusa, colta prima di essere trasformata in orrida testa di serpenti da Minerva.
Bronzi di Riace (Sasha Sosno)
L’opera rappresenta le due sagome dei Bronzi stilizzate, ritagliate in due lastre d’acciaio dipinto di rosso. Giocando con i vuoti, l’artista lascia che siano gli altri ad immaginare la parte assente della scultura.
Tre Colonne (Sasha Sosno)
Le tre colonne doriche, posizionate in sequenza, si inscrivono nella dialettica dei vuoti e dei pieni, complementari gli uni agli altri, nel senso di una mancanza procurata ad arte per stimolare l’intervento riflessivo di chi le guarda.
Sette di Cuori (Sasha Sosno)
La carta da poker, intagliata in marmo bianco di Carrara, poggia su una basa di granito grigio proveniente dalle cave silane, lavorata da Lucio Ghio. Commissionata da Carlo e Vincenzo Bilotti, nel Sette di Cuori il numero si riferisce ai sette colli della città di Cosenza, mentre il segno del cuore testimonia l’amore dei fratelli Bilotti per la loro città natale.
Rinascita della Cultura (Mimmo Rotella)
L’opera, commissionata all’artista dal Comune di Cosenza, decanta la poetica della cultura quale reazione ai fondamentalismi e totalitarismi espressi a partire dall’attentato alle Torri Gemelle di New York, nel Settembre del 2001.
Lupo della Sila (Mimmo Rotella)
L’opera, realizzata con lamine di granito verde dagli scalpellini di Carrara, è l’ultima di Mimmo Rotella, che morì prima di vedere la scultura compiuta, autenticata più tardi dalla Fondazione Mimmo Rotella.
Ettore e Andromaca (Giorgio De Chirico)
Edizione monumentale, eseguita in due esemplari autorizzati dalla Fondazione Giorgio e Isa De Chirico destinati alle città di Cosenza e Roma, realizzata dalla Fonderia Tavani s.r.l. I due mitici personaggi, appartenenti al periodo metafisico del Maestro, si struggono nell’ultimo abbraccio, prima del duello di Ettore con Achille.
Grandi Archeologi (Giorgio De Chirico)
Edizione eseguita in due esemplari autorizzati dalla Fondazione Giorgio e Isa De Chirico destinata alle città di Cosenza e realizzata dalla Fonderia Tavani s.r.l. La scultura è tratta da una copia del 1968, realizzata da Giorgio De Chirico.
Grande Metafisico (Giorgio De Chirico)
Edizione eseguita in un unico esemplare autorizzato dalla Fondazione Giorgio e Isa De Chirico, destinato alla città di Cosenza e realizzato dalla Fonderia Bonvicini di Sommacampana (VR).
Il Museo Bilotti a Cosenza non lo devi assolutamente perdere. Fare una passeggiata per ammirare questi capolavori può essere anche un motivo per vedere i tanti negozi di abbiagliamento che ci sono lungo il percorso.
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Fiumefreddo Bruzio borgo dei borghi di Calabria, è affacciata sul Mar Tirreno.
E’ una delle località preferite dai cosentini quando scelgono di andare a mare.
Decidendo di passare una giornata in giro per la Calabria, ho deciso di raggiungere questo bel borgo assieme a tutta la famiglia.
Appena lasci l’auto scopri un dedalo di vicoli acciottolati che portano sulle bellissime terrazze panoramiche a picco sul mare, dove lo sguardo nelle giornate più limpide si estende da un lato fino alla Sicilia e alle Isole Eolie e dall’altro fino a Capo Palinuro. Il borgo lo puoi visitare tranquillamente in un solo giorno.
Sono arrivato alle 11:00 circa ed ho visitato il castello della Valle. Costruito nel 1201 sulle basi di una precedente torre normanna, fu successivamente ampliato ed utilizzato come residenza nobiliare anche dal viceré di Calabria. Osservandolo bene dall’interno si può capire come questo castello fu uno dei più importanti del cosentino.
Tre piani nobiliari, un piano sotterraneo, tanti caminetti ed enormi saloni che accoglievano l’aristocrazia calabrese.
Dopo i colpi subiti dall’artiglieria francese nel 1807, oggi dell’antica fortezza rimangono la facciata e le sale interne che ospitano gli affreschi di Salvatore Fiume, pittore siciliano del ‘900 di fama mondiale.
Quel ciclo vivacissimo e stupefacente di tredici affreschi noto come “Stanza dell’Eden”, che da allora istoria i ruderi del castello con scene ispirate alla vita medievale del borgo di Fiumefreddo e all’affascinante vicenda di una schiava calabrese imprigionata dai turchi, fu solo il primo di una preziosa serie di doni artistici che Salvatore Fiume volle lasciare alla cittadinanza.
Peccato che queste stanze non sono accessibili, nè tantomeno si vede personale locale a cui chiedere di pagare un biglietto per vedere gli affreschi. Percorrendo a piedi i vicoli per raggiungere il belvedere ti accorgi che il tempo si è fermato ed ogni cosa ha un valore.
Fiumefreddo Bruzio Borgo dei borghi te lo consiglio vivamente per passare una giornata a spasso per la costa tirrenica
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L’Italia è una magnifica penisola. Magnifica Italia: Calabria da scoprire perchè è la sua punta di diamante. Non ci credi? Ecco qui una carrellata dei luoghi più belli dell’estremità dello stivale.
Ci prepariamo per la stagione estiva con molti dubbi e perplessità. Ma qui non devi temere perchè i contagi sono stati veramente limitati in alcune case di cura e nient’altro.
Le strutture alberghiere si stanno preparando alla riapertura seguendo le regole imposte dal governo nazionale. Non temere, qui troverai la solita accoglienza di sempre.
Calabria da scoprire: vieni senza temere nulla. Dal 3 giugno potrai nuovamente godere di queste bellezze della natura.
Calabria da scoprire con i suoi borghi, i suoi castelli, dal mare ai monti. Unica regione d’Italia con 800 chilometri di coste. Molte bandiere blu sventolano sui lidi di molti comuni marini, dal lato ionico al lato tirrenico.
Magnifica Italia: Calabria da scoprire è spesso in secondo piano, quando si parla di turismo al Sud. Eppure conserva tesori meravigliosi e spesso poco conosciuti da chi viene “da fuori”. Certo, magari le infrastrutture sono ancora carenti e ogni tanto il degrado è preoccupante, ma la punta dello stivale vale davvero la visita, d’estate come d’inverno. Ecco una nostra classifica personale, quelle che secondo noi valgono la visita e l’esperienza. Calabria da scoprire in alcuni video:
Si tratta di un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura incontaminata. Custodisce uno dei più significativi sistemi di biodiversità: non solo per i suoi innumerevoli tipi di flora, ma per i suoi boschi in cui è possibile incontrare lupi (il simbolo del parco), cinghiali e daini. Una perla tutelata persino dall’Unesco.
2 – Spiaggia di Arco Magno.
Si trova nel piccolo paesino di San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza, ed è di una bellezza incontaminata. Il percorso per arrivarci non è dei più semplici, ma una volta arrivati il panorama che si aprirà davanti ai vostri occhi sarà indimenticabile: un arco di roccia sospeso sul mare incornicia un’acqua spettacolare.
3 –La fortezza aragonese di Le Castella.
Si trova a Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone. Si narra che in passato i castelli nell’arcipelago davanti a Isola di Capo Rizzuto fossero ben sette. Oggi, a dominare la baia, è rimasta la fortezza aragonese di Le Castella, praticamente in mezzo al mare, collegata alla terraferma soltanto da un sottile lembo di terra. Circondata dalla Riserva Marina di Capo Rizzuto, dalla fortezza si gode di una splendida vista sul mar Ionio e sulla natura circostante.
4 – Tropea.
Si tratta di una delle località più ricercate e ambite dai turisti di tutto il mondo in cerca di un paradiso tropicale. Si trova nella suggestiva Costa degli Dei, ed è circondata da antichissime storie e leggende che ne amplificano il fascino. La storia di Tropea risale al tempo dei romani. La sua posizione, lungo la costa tirrenica come un terrazzo naturale sul mare, la rese un avamposto importante sia per l’Impero Romano che per i popoli successivi, dai saraceni ai Normanni ed Aragonesi. Ciò che l’ha resa e la rende tutt’oggi così importante e ricercata è soprattutto la sua straordinaria bellezza naturale e architettonica.
5 –Pentedattilo.
Questo paesino arroccato, una frazione di Melito Porto Salvo in provincia di Reggio Calabria, è un luogo affascinante e pieno di mistero. A Pentedattilo la storia è cominciata prestissimo, addirittura 600 anni prima di Cristo, grazie anche alla sua posizione strategica. Il borgo, infatti, è arroccato sulla rupe del Monte Calvario e incastonato nella roccia. La sua forma ricorda la mano ciclopica con cinque dita (da qui il nome, Pentedattilo) e le sue vie furono teatro della ‘strage degli Alberti’ tra le due nobili famiglie locali. La popolazione oggi si è spostata, facendo del borgo un paese fantasma.
6 – Chinalea.
Si tratta di uno dei borghi più belli d’Italia, con le case a filo d’acqua e le viuzze strette che danno un senso di pace e quiete a chi visita il borgo. Fate una passeggiata al Belvedere di Piazza San Rocco: da questa meravigliosa terrazza cittadina si gode di un’incantevole vista sul castello Ruffo di Scilla, sulla spiaggia di Marina Grande e, soprattutto, sul bellissimo Stretto di Messina, fin quasi a toccare la Sicilia. In qualsiasi momento della giornata il panorama è mozzafiato.
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Ho fatto una selezione delle 9 spiagge più belle in Calabria visitate col drone nel corso degli ultimi tempi.
Naturalmente ci sono anche altre spiagge belle quanto queste, ma ancora non sono andato a vederle. Quindi ci sarà un prossimo video che mostrerà le altre spiagge.
Per il momento goditi questi frammenti visti dal drone.
Le spiagge più belle viste in Calabria viste dal drone.
Naturalmente ci sono altre località che ancora non ho visto ma presto saranno inserite in un nuovo video. Tropea è la più famosa.
Poco prima di Tropea ci sono le spiagge di Michelino a Parghelia, paradiso dei sub. Dopo Tropea, proseguendo a sud, c’è Ricadi che è una meta dei turisti per le sue splendide calette ed un mare cristallino.
Più a sud c’è Chianalea di Scilla che è chiamata la Venezia del Sud. Praia a Mare è una località stupenda a nord della costa tirrenica, dove l’Isola di Dino fa da cornice ad un panorama che ti lascia senza fiato.
Sulla costa ionica invece è da annoverare Soverato, chiamata la perla dello Ionio per le sue spiagge bianche e larghe, con un mare cristallino che è patria del cavalluccio marino.
Proseguendo a nord, prima di Crotone c’è Torre Scifo, una spiaggia poco conosciuta prima di Capo Colonna, in provincia di Crotone. Per raggiungerla si dovrà fare uso di navigatori o persone del luogo perchè non è segnata.
A sud, dopo Locri c’è Capo Bruzzano che è una spiaggia a ridosso di una parete rocciosa. Su queste spiagge immacolate vanno a nidificare le tartarughe caretta caretta.
D’estate è difficile trovare posto auto anche perchè la zona è frastagliata e non consente di creare zone di parcheggio. Meravigliosa.
Infine, Pietragrande e Caminia, due luoghi del catanzarese molto conosciuti per la loro posizione. Da non perdere. Naturalmente ci sono altre belle spiagge che non ho menzionato. Stai tranquillo che presto farò una nuova versione con altre spiagge. Per il momento metto i link dei video lunghi che in questo montaggio accenno.
Non c’è dubbio che le spiagge più belle sono nella provincia di Vibo Valentia.
Quindi se vuoi visitare la Calabria, non dovrai perderti la cosiddetta Costa degli Dei, alla scoperta di scenari degni di un paradiso tropicale.
Da Pizzo a Nicotera, è un susseguirsi di bellezze mozzafiato, dove la natura disegna scenari degni di un paradiso tropicale. La zona è arricchita anche dal parco marino “Fondali di Capocozzo – S. Irene – Vibo Marina – Pizzo Calabro – Capo Vaticano – Tropea”, un ampio specchio d’acqua che vanta fondali ricchissimi di flora e fauna pelagica.
Amo viaggiare e scoprire luoghi della mia terra ricchi di storia e cultura. Questa è la culla della Magna Grecia. Questa è la terra che vide l’ultima battaglia di Spartacus contro le legioni romane. Seguimi sul canale è scoprirai cose mai viste.
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